CLICCA

Archivio delle notizie di graffignananew.it

ARTICOLO  TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 23/5/2012 - Dietro i testi in italiano della saga dei vampiri c’è Luca Fusari
 

Il trentacinquenne di Graffignana racconta al «Cittadino» gioie e fatiche di una professione
“Twilight”, il traduttore è lodigiano
Dietro i testi in italiano della saga dei vampiri c’è Luca Fusari

 

Una favola moderna. Un po’ come quelle che traduce, dall’inglese all’italiano. Anche se qui non ci sono vampiri affascinanti e giovani fanciulle pronte a innamorarsi, come nella celebre saga di Twilight, successo planetario “di carta” e trilogia cinematografica. Il protagonista, per una volta al centro della storia e non dietro le quinte, dove è abituato a stare, è Luca Fusari, classe 1976, originario di Graffignana, ora è di stanza a Basiasco. È stato proprio il giovane lodigiano a tradurre quel successo e a vivere, di contro, una strana popolarità. Nella sua di favola, perché se è vero che oggi il desiderio dei giovani è sempre più il lavoro, e ancor di più trasformare la passione di una vita in una professione, ci sono solo tanta fatica e una buona dose di fortuna. La sua “stella”, che ora gli permette di vivere di traduzioni in un mondo che paga poco il lavoro intellettuale, e di lavorare in uno studio che perennemente si popola di personaggi di carta e di fantasia, si è accesa subito dopo l’università, «una laurea in lingue alla Statale di Milano, di quelle che oggi di certo non ti danno da lavorare» racconta il lodigiano, che ha frequentato il liceo San Francesco di Lodi. «Caso, fortuna, testardaggine ha voluto che i primi lavori li facessi per Mondadori e la collana Strade Blu, che preparava un’antologia di autori inglesi, in cui c’era anche Micheal Moorcock, su cui ho scritto gran parte della mia tesi di laurea - spiega ancora Fusari - : mi sono proposto subito di curare quel racconto e ho chiesto di essere messo alla prova». Il suo cammino inizia dunque così, per insistenza e determinazione, e continua per strade incerte. «A quel punto mi sono trovato un pugno di clienti più o meno fisso e poi tante collaborazioni anche saltuarie perché le cose cambiano da un momento all’altro - spiega lui - : mi è capitato di essere contattato dalla Disney che aveva bisogno di tradurre in italiano l’adattamento a romanzo della sceneggiatura di Alice in Wonderland quando è uscito il film di Tim Burton, probabilmente proprio perché avevo tradotto Twilight». Già, Twilight, la saga di successo planetario, quella per cui ti aspetteresti che la traduzione sia affidata a un ufficio intero di traduttori dipendenti della casa editrice. E, invece, almeno dietro il primo e il secondo (per il terzo ha coordianato un gruppo di lavoro per esigenze di tempi di uscita ndr) c’era solo Luca, con la sua pacatezza e il suo modo di parlare chiaro. E che, dopo quel lavoro, si è trovato catapultato in un altro mondo. Senza, però, nessun paracadute dorato, perché «formalmente è cessione di diritti d’autore su un testo in lingua italiana che è poi la traduzione di un testo straniero: quindi non percepisci nessuna royalty. Altrimenti mi avreste visto arrivare con l’autista e la segretaria». Al lavoro su Twilight ci è arrivato nell’autunno 2005 grazie a Simone Caltabellota, che all’epoca era editor per la collana Lane di Fazi e che aveva comprato i diritti del romanzo «da buon editor qual è, con un gran fiuto - argomenta ancora Luca - : me l’ha proposto, mi è piaciuto, ho fatto una prova di traduzione e dopo il via libera, ho iniziato il lavoro». All’epoca ci scommettevano, ma non ipotizzavano un successo simile. «Nelle migliore delle ipotesi si poteva pensare al successo di vendite di un bestseller in Italia, qualche centinaia di migliaia di copie, non di più - spiega ancora Luca - : non di certo una simile esplosione. Anche per me è stato strano. Il grosso del lavoro, sul primo e sul secondo volume, l’ho fatto quando il libro vendeva bene, c’erano già i fanclub, i forum, ma tutto rimaneva in una dimensione di nicchia e aveva dimensioni gestibili». Quando è uscito il film, è arrivato il picco di esposizione per Luca. «Quando è uscito il film, si sono avvicinati al libro anche coloro che non lo conoscevano e, ovviamente, non riuscendo a raggiungere l’autrice, si rivolgevano a me - ricorda - : e così mi ritrovato in televisione o intervistato in teatro davanti a 500 fan adoranti». Quasi Luca fosse il tramite italiano di quel mondo di vampiri e amori impossibili. «Il realtà bisognerebbe un po’ spoeticizzare la professione del traduttore, che tutto sommato è un lavoro come un altro - chiude lui - è sì un lavoro intellettuale, ma quello che cerco di dire sempre agli esordienti è che se è bello avere il proprio nome su un frontespizio, questo non significa che bisogna arrivarci facendosi pagare tariffe da fame. Perchè questo significa anche ammazzare il mondo delle traduzioni: c’è sempre qualcuno pronto a giocare al ribasso». Rossella Mungiello

 

Hit Counter

Hit Counter


 

CLICCA